Il “tepee”, ovvero quella tenda conica composta da una struttura di pali di legno sulla quale si adagiava una copertura di pelli di bisonte, corteccia di betulla o teli, era la “casa” degli indiani delle Grandi Pianure del nord, quei nomadi che trascorrevano la propria vita migrando al seguito dell’animale da cui dipendeva la propria vita: il bisonte.
Le tende degli indiani erano composte da elementi di facile reperimento in natura anche se talvolta questi stessi elementi richiedevano un lungo intervento umano per essere trasformati e resi utilizzabili.
Gli indiani facevano uso specialmente di legno, scorza, arbusti, paglia, pellame, terra, creta e pietra. Aveva un’apertura in alto che serviva alla fuoriuscita del fumo (il fuoco veniva tenuto sempre acceso). Il tepee veniva usato nel nord ovest, nel nord est, nella zona subartica e nella zona del sud ovest.
L’abitazione era resistente e forniva un ambiente tiepido e confortevole ai suoi occupanti anche durante gli inverni più rigidi, era impermeabile anche sotto le piogge più battenti e fresca anche al culmine delle calure estive. Era trasportabile, fattore importante dal momento che la maggior parte delle tribù era nomade e poteva essere smontata ed imballata rapidamente quando una tribù decideva di mettersi in movimento, così come era possibile tornare a tirarla su rapidamente quando una tribù decideva di insediarsi in un’area.
Il diorama è stato interamente autocostruito utilizzando pelle di daino cucite a mano seguendo l’impostazione tipica dell’epoca (si può vedere nella parte posteriore, in alto, la forma della pelle di un bisonte compresa la coda), ed è composta da due sezioni di teli: un primo strato di teli posati all’interno, agganciati ai pali, che servivano per l’isolamento termico, ed un secondo strato esterno, quello visibile.