Sebbene il mio sito tratti la scala 1/6, nella sezione degli amici sarà possibile trovare lavori anche in altre scale.  E’ il caso del lavoro che segue, ad opera del mio carissimo amico Martius,  presentato alla mostra di Parabiago nell’aprile 2014.  Lascio a lui le presentazioni.

” Ciao a tutti sono Martius, amo lo studio della civiltà dell’antica Roma e del suo esercito.

Tanto per cambiare un pò soggetto ho deciso di cimentarmi in uno spaccato di una città provinciale romana.

Le città romane erano organizzate secondo uno schema tipico, generalmente ortogonale, ordinato ed armonico secondo i criteri di una pianificazione urbana molto avanzata e mai casuale.

Nella mia ricostruzione ho immaginato un momento di vita pubblica in una piazza di una città di provincia in Gallia cisalpina, la mia regione.

Ho pensato quindi di inserire alcuni edifici di servizio comune come le latrine, un magazzino, un bordello ed alcune abitazioni.

Si vede una scena abbastanza comune nei giorni di mercato con bancarelle di ambulanti, palco per la tratta degli schiavi e tante figure (circa 200) in diverse pose.

Le costruzioni le ho realizzate con del polistirolo ad alta densità che reputo un materiale leggero e facilmente modellabile, così pure la base di appoggio ove ho scolpito la pavimentazione stradale e della piazza.

La colorazione è esclusivamente in acrilico e infine per la realizzazione dei modelli edilizi mi sono ispirato alle ricostruzioni di diversi siti archeologici, in particolar modo Pompei per il bordello, Ostia per gli Horrea e Efeso per le latrine.

Ho in mente ovviamente delle espansioni a questo scenario che spero di presentare prossimamente.”

 

MARTIUS

 

Kolberg (oggi Kolobrzeg, in Polonia) era una piccola cittadella sul Mar Baltico appartenente, ai primi del XIX secolo, alla provincia prussiana orientale della Pomerania.  La costruzione della fortezza risaliva al XVII secolo.

La fortezza principale, in prossimità della foce del fiume Persante, era costituita da una cinta con sei bastioni.  Il terreno circostante la fortezza era acquitrinoso, malsano, di ostacolo per le attività belliche degli assedianti. La fortezza era di piccole dimensioni.

La cittadella di Kolberg era l’unica fortezza sulle rive del baltico rimasta ai prussiani dopo che la cittadella di Stettino si era arresa senza combattere alle truppe francesi. Il 14 marzo 1807, data di inizio dell’assedio, il territorio circostante la cittadella era completamente in possesso delle truppe francesi comandate dal generale di divisione Pietro Teulié, il quale tuttavia il 25 marzo venne sostituito nel comando dal generale Louis Henri Loison.  Anche la popolazione civile di Kolberg partecipò attivamente alla difesa, guidata da Joachim Nettelbeck.  Alla fine di aprile, il comandante prussiano Loucadou venne sostituito dal maggiore August Neidhardt von Gneisenau.  Gli assediati ricevevano rifornimenti via mare.  Alla fine dell’assedio Gneisenau aveva a disposizione circa 4.000 soldati.

Si stima che, da parte francese, abbiano preso parte all’assedio circa 22.000 uomini di cui 9.200 francesi, 6.800 italiano, 3.200 tedeschi, oltre 2.000 olandesi e 1.200 polacchi.  Le perdite fra gli assedianti furono elevatissime:  le stime variano da 8.000 a 10.000 uomini, circa il 40%.  L’assedio dei francesi non ebbe successo e cessò solo dopo la firma da parte della Prussia del trattato di Tilsit il 9 luglio 1807.

L’assedio di Kolberg divenne per la nazione tedesca, il simbolo della restienza vittoriosa contro Napoleone.  A differenza delle altre sedi, a Kolberg vi è stata un’alta partecipazione della popolazione civile.

Il diorama rappresenta una postazione di assedio di soldati italiani che stanno armando un mortaio.

 

FABRIZIO PICOTTI

 

 

Eccovi un altro figurino della saga sui nostri soldati nella seconda guerra mondiale.

Si tratta di un alpino durante la sterile offensiva contro la Francia, a Mentone nel Giugno ’40.

 

ELIO VILLA

 

Nella primavera del ’45 i gerarchi fascisti pensarono di trincerarsi per l’ultima difesa nel ridotto della Valtellina.

Ecco dunque il nostro alpino della divisione Monterosa tramutato nel Leonida delle Termopili moderne.

 

ELIO VILLA

 

Quello che vi propongo è un personaggio cinematografico del west,  William Mully nel premiatissimo “GLI SPIETATI” o UNFORGIVEN  (titolo originale).

Le immagini di posa si riferiscono alla sparatoria finale nel saloon,  dove affronta da solo più di una dozzina di cowboy.

 

ALFIO AIELLO  (ALF)

 

La scena si ambienta durante la tragica ritirata di Russia, vicino al fiume Beresina,  lo si capisce dal tipico indicatore stradale russo che riporta il nome della cittadina di Borisov che era a 10 verste (circa 12 km.) dal fiume Beresina.

Le truppe francesi riusciranno ad attraversare il fiume su due ponti di fortuna mettendo in salvo quel poco che era rimasto della grande armata di oltre 500.000 uomini.

Lo stato delle truppe,  dopo mesi di cammino,  freddo,  fame e imboscate dei cosacchi,  era disastroso,  ognuno si copriva con quel che trovava,  tappeti,  coperte,  abiti civili,  divise di altri reggimenti,  copricapi russi.

Nella scena potete vedere un cavallo morto,  molto probabilmente di un cacciatore a cavallo,  vista la gualdrappa e i finimenti;  accanto il corpo senza vita di un cacciatore a cavallo,  non si sa se il proprietario del cavallo,  infatti l’animale pare essere li da più tempo.   Il cacciatore lo si riconosce per gli stivali e il colbacco, ma indossa una pelisse fuori ordinanza di un capitano degli ussari.  I calzoni sono in pelle di daino.  Stringe la sua spada al petto,  quella spada che lo ha salvato in molti combattimenti,  ma non contro il gelo della Russia.

Sulla sinistra appoggiato alla ruota di un cannone un soldato sfinito si ripara come può dal freddo con in mano una bottiglia di vodka,  trovata chissà dove. Per evitare che la neve entri nelle scarpe si è protetto con dlle pelli.

Semisommersa dalla neve si intravvede la canna di un cannone da 12 pollici e una cassetta porta munizioni per cannone.

 

FABRIZIO PICOTTI

 

Il personaggio che viene riproposto è tratto dallo splendido film Appaloosa,  lo Scheriffo Virgil Cole.

 

ALFIO AIELLO  (ALF)

 

Un altro lavoro di ispirazione ACW.  Teatro del conflitto Sharpsburg nel settembre 1862, portabandiera del 1st Rgt Texas.

 

DAVIDE COLOMBO (Firefox)

 

SIE KOMMEN!

I parà inglesi tentano il colpo di mano per impossessarsi della città olandese ed assicurare la via verso Berlino.  Reparti della 352° Div. di fanteria, insieme alla 363° ed alla 10° SS, reagiscono immediatamente.  L’Obergefreiter Alfred Koltz si prepara per lo scontro.  E’ un operetore radio,  ma è avezzo al corpo a corpo;  la pala nella cintura da usare a mò di ascia,  Luger P08 carica e pronta…e sia quel che sia!  E’ armato con un fucile semiautomatico Walther Gew43.  Quest’arma è nata dopo aver conosciuto le capacità del Tokarev SVT40 russo,  ma non è mai riuscito ad eguagliare il suo rivale.  Ha fama di essere capriccioso nel tiro per cui è affidato solo a tiratori esperti.

 

Marco Palumbo (Xmas)

 

Nell’autunno del ’41 sulle ali dell’entusiasmo, dovuto alle vittorie germaniche in terra Russia,  il corpo di spedizione Italiano marcia a tappe forzate per raggiungere le postazioni assegnate.

L’euforia regna sovrana anche tra i cavalieri del Savoia Cavalleria, malgrado pesanti nuvoloni si addensino nel loro futuro.  E’ di quel periodo il sergente che vi presento in queste immagini.

 

Questo contributo, come altri che seguiranno, è ascrivibile ad un carissimo amico recentemente mancato.

 

ELIO VILLA